Ingredienti:
ALBORELLE (600 g), AGONI (n.6), OLIO PER FRITTURA (q.b.), FARINA (150 g), CIPOLLA (1/2), SEDANO (1/2 gambo), CAROTA (n.1), AGLIO (1 spicchio), PEPE NERO (n.6 grani), CHIODI DI GAROFANO (n.3), PREZZEMOLO TRITATO (20 g), TIMO SELVATICO (o SEGRIGIÖLA) (1 mazzetto), ACETO (1/2 litro), VINO BIANCO SECCO (1/2 litro), SALE (q.b.)
Preparazione:
Pulire dalle interiora gli agoni e le alborelle, lavarli ed asciugarli
Infarinarli e friggerli in olio bollente, scolandoli con la schiumarola quando sono croccanti
Disporre il pesce nel vaso di terracotta
Tritare le cipolle, l’aglio, il sedano e la carota
Rosolare in poco olio il trito, imbiondendolo, e quindi aggiungere il timo, i chiodi di garofano e i grani di pepe.
Addizionare l’aceto e il vino, portare all’ebollizione
Versare la salsa sul pesce, dentro la terrina di terracotta, aggiungere il prezzemolo e coprire: si può consumare appena raffreddato, ma è conservabile per alcuni giorni al fresco.
Indice ricetta
Note: la conservazione con aceto
La conservazione con aceto è una tecnica tradizionale diffusa anche per il pesce di mare (saor nel veneto, scapece nell’Italia Meridionale). L’acidità limita o inibisce lo sviluppo di microrganismi e intenerisce le carni. In pratica tutti i pesci sono adatti a questo tipo di lavorazione: in altre zone lacustri sono impiegate le anguille, le tinche, le carpe, oltre alle alborelle. Il carpione è disponibile, già marinato, nei negozi di gastronomia: in questo caso si abbonda con l’aceto per prolungarne la conservabilità.
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Osservazioni / Note sulla ricetta:
Dalle donne di servizio liguri, quando abitavamo a Ferrania (SV)